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Il Sentiero degli Dei: passeggiata sulla Costiera

La Campania offre diversi percorsi per gli amanti della natura e del trekking, cosparsi per tutto lo Regione e ognuno con le sue caratteristiche uniche ma sempre entusiasmanti. Tra i più belli vi è indubbiamente il Sentiero degli Dei. Soltanto leggere questo nome non ti evoca paesaggi mozzafiato e magici percorsi immersi in un territorio da favola? Il Sentiero degli Dei è esattamente così e ti permetterà di vivere la Costiera Amalfitana da un’angolazione originale e diversa, per un’esperienza di cammino rilassante e divertente.

Cos’è il Sentiero degli Dei?

Quello che ti proponiamo è un antichissimo e storico percorso che collega Agerola, un piccolo centro posizionato sui pendii che circondano la Costiera Amalfitana, a una frazione della bellissima Positano, Nocelle. Naturalmente il Sentiero degli Dei può essere vissuto in entrambi i sensi, ma se vuoi vivere in tranquillità quest’esperienza alla scoperta di natura e storia, ti consigliamo di compierlo in questa direzione, dall’alto verso il basso.

Il Sentiero degli Dei ha attraversato i secoli, dai fasti dell’Antica Grecia fino ad arrivare ai giorni nostri, ancora intatto, superando le intemperie atmosferiche e anche le mani dell’uomo, che non hanno osato modificare la sua bellezza. Il suo nome deriva da un’antica leggenda secondo cui le antiche divinità greche lo percorsero per andare in soccorso di Ulisse, caduto preda del canto delle sirene. La storia di questa strada naturale, però, parte da tempi ancora più antichi se si considera il gran numero di fossili marini che è possibile trovare e l’atmosfera ancestrale delle suggestive grotte presenti.

Anche Italo Calvino fu rapito dal Sentiero, tanto da elogiarne la bellezza in uno dei suoi componimenti: “Quella strada sospesa sul magico golfo delle “Sirene” solcato ancora oggi dalla memoria e dal mito”. Sono proprio queste parole, impresse su una targa in ceramica, che ti daranno il benvenuto e ti augureranno buon cammino quando partirai alla scoperta del Sentiero degli Dei.

I paesaggi del Percorso degli Dei lungo la Costiera Amalfitana

Se deciderai di lanciarti in questa affascinante avventura, per rimanere sulla retta via basterà seguire le indicazioni disseminate per il percorso. Il Sentiero degli Dei, infatti, è indicato da alcuni segnali in rosso e bianco con impresso il numero 02. Detto questo, basta avere la voglia di scoprire e una macchina fotografica per immortalarne le bellezze.

Il primo tratto che parte da Agerola è composto da una deliziosa discesa che conduce a una fontana, per una prima sosta rinfrescante. Qui avrai l’occasione di vedere anche una via alternativa che porta al sentiero. Sulla sinistra, infatti, si allunga una mulattiera che porta direttamente a Praiano, un punto di partenza differente ma con un percorso più difficile, adatto a camminatori esperti. Se te la senti di affrontare la lunga scalinata che compone questa via, sarai ricompensato dalla bellezza del Convento di San Domenico.

Sulla destra della fontana, invece, prosegue il Percorso degli Dei che assume caratteristiche differenti rispetto a quelle viste fino a questo punto. Se infatti nel primo tratto, semplice e riposante, hai incontrato pascoli con arbusti ed erba, puntellato da capre e pecore, ora diventa un po’ più tortuoso mentre ti addentri nella tipica macchia mediterranea.

Qui la natura, però, non offre solo difficoltà. Anche se il percorso sarà leggermente più impegnativo, potrai godere di una vista unica lungo il Vallone Grarelle, con un panorama vertiginoso. Dopo quest’ultimo brivido, giungerai a Nocelle, sul Monte Pertuso. Qui c’è a disposizione sia un autobus che una lunga scalinata di 1.500 scalini per arrivare ad Arienzo, dove a meno di un chilometro troverai la bellissima Positano. Se però hai ancora voglia di camminare verso una spiaggia incantevole, puoi affrontare qualche altro centinaio di scalini per scendere alla spiaggia di Arienzo, un’altra bellezza naturale.

Come arrivare al Sentiero degli Dei

Come abbiamo detto, ti consigliamo di partire da Agerola, ben collegata con Amalfi. Ci sono infatti diversi autobus che fermano a Bomerano, frazione della città ed effettivo punto di partenza. Dalla fermata ci sono molte indicazioni che ti porteranno al Sentiero. Sia che tu parta da Positano che da Sorrento, per arrivare dovrai prendere un autobus che ti porti fino ad Amalfi e poi cambiare.

Una volta arrivati a Positano, se hai necessità di tornare al punto di partenza, puoi prendere nuovamente l’autobus oppure, per un ritorno differente e rilassante, salire su uno dei molti traghetti. Dopo questa lunga e bellissima camminata, cosa c’è di meglio che farsi cullare dal moto e dal rumore del mare?

Se però hai deciso di intraprendere questo percorso con familiari e amici, all’interno di un gruppo, l’idea migliore può essere quella di affittare un trasporto privato. In questo modo, oltre a poter scegliere un servizio di solo andata piuttosto che andata e ritorno, vivrai lo spostamento con più relax.

Il Sentiero degli Dei è indubbiamente un’esperienza imperdibile.

Sul fiordo di Furore, la zip line con vista sulla Costiera Amalfitana

Lanciarsi nel vuoto, ben imbracati, per un volo d’angelo dalla montagna al mare.

Una emozionante zip line, che conduce dalla verdeggiante montagna al blu profondo del mare, in un viaggio tra brivido e meraviglia.

Un rapido ma emozionante viaggio, non via mare, come di consueto, bensì librandosi in aria. Un’avventura da brividi, di certo non per cuori pavidi, che consente di lanciarsi a volo d’angelo sulla spettacolare gola del Fiordo.

A patto di trovare il necessario coraggio, ci si ritroverà a volare dalle alture verdeggianti fino al mare della Costiera Amalfitana. Il tutto si svolge in totale sicurezza, anche se questa consapevolezza non porta di certo minori brividi lungo la schiena. Chiunque volesse provare avrà attorno al corpo un’apposita imbracatura, attaccata al lungo cavo in acciaio che mette in collegamento i due promontori.

La partenza è prevista presso Schiato, a Furore. In questa zona è possibile prendersi il proprio tempo prima di lanciarsi, andando alla scoperta della natura circostante, così come rilassandosi nell’area relax allestita a Punta Tavola, a Conca dei Marini.

Ci si ritrova a circa 100 metri d’altezza, lì dove il brivido incontra lo stupore, ammirando il verde intorno che si contrappone al blu profondo delle acque in lontananza. Un servizio che prevede anche una navetta, così da consentire a tutti di raggiungere l’area di lancio il più comodamente possibile. I più coraggiosi potranno inoltre lanciarsi nel vuoto anche di sera, per aggiungere suggestione a questo gesto da veri temerari.

25esima edizione del Maggio dei Monumenti

“Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi”

Dal 25 aprile al 2 giugno 2019

In occasione del 220esimo anniversario dei moti rivoluzionari del 1799 di cui Gaetano Filangieri, il suo pensiero e la sua opera furono ispirazione e premessa fondamentale, l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli dedica la 25esima edizione del Maggio dei Monumenti al tema “Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi”.
Gaetano Filangieri (1753 – 1788) fu uno dei massimi giuristi e pensatori dell’Illuminismo. Con la sua opera principale, La Scienza della Legislazione, auspicò, attraverso una riforma generale della legislazione, la realizzazione dello sviluppo socio-economico degli Stati, della pace e della ”pubblica felicità”, innnovando in senso moderno la filosofia del diritto.
Il programma del Maggio è frutto di un lavoro interistituzionale con i più importanti enti culturali della città: l’Università degli studi di Napoli Federico II, l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, l’Università degli Studi “Suor Orsola Benincasa” di Napoli, l’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, l’Accademia di Belle Arti di Napoli, l’Institut Français di Napoli, la Biblioteca Nazionale di Napoli, il Teatro di San Carlo, l’Istituto Italiano per gli Studi Storici “Benedetto Croce”, la Società Napoletana di Storia Patria, l’Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, il Museo Nazionale di Capodimonte di Napoli, il Museo Civico Filangieri di Napoli, Palazzo Zevallos di Stigliano, il Certame Vichiano tra gli altri.

Il programma si articolerà in una serie di iniziative: reading, concerti, spettacoli teatrali e di guarattelle, conferenze, mostre, convegni e visite guidate.
Dal 17 al 19 maggio avrà luogo la terza edizione della manifestazione PORTO APERTO, una collaborazione tra le Autorità portuali di Castellammare di Stabia, Salerno e Napoli. La giornata di chiusura sarà incentrata sul Porto di Napoli, con visite guidate via mare e in bus nel corso della mattina ed eventi musicali di grande rilievo nella serata a partire dalle ore 19.30 Darsena Acton – Live Music, The Caponi Brothers, Sossio Banda, Marina Bruno e Di Capua tra i nomi d’eccezione.

Per celebrare il XXV anniversario della manifestazione l’immagine guida della campagna grafica è stata realizzata dall’artista di fama internazionale Ernest Pignon-Ernest, presente in città con una mostra dal titolo Extases, nella chiesa di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco.
L’artista ha poi generosamente lavorato al progetto grafico della manifestazione con gli allievi del primo biennio del corso di Design per la Comunicazione pubblica dell’Accademia delle Belle Arti di Napoli guidato dalla professoressa Enrica D’Aguanno.

Ernest Pignon-Ernest è inoltre l’ideatore e il testimonial della prima campagna antimbrattamento promossa dal tavolo interassessorile per la creatività urbana del Comune di Napoli a tutela del patrimonio storico artistico cittadino. La campagna promuove il messaggio “Un muro imbrattato è un volto ferito” ed è un appassionato omaggio dell’artista francese alla città che tanto lo ha ispirato nel corso della sua produzione artistica.

Il diritto alla felicità deve essere soprattutto dei bambini.
Prologo di questo Maggio sarà il concerto l’Orchestra Scarlatti Junior (112 elementi tra gli 11 e i 20 anni di età,) all’Auditorium D. Scarlatti della RAI di Napoli questa sera mercoledì 24 aprile. Un evento sinfonico ricco di emozioni, energia e giovialità con musiche di G. Bizet, J. Sibelius, V. Monti, R. Schumann, E. Morricone, A. Piazzolla, B. Persico diretto dai Maestri Gaetano Russo e Bruno Persico a cura della Nuova Orchestra Scarlatti.

Domenica 28 aprile sarà aperta invece ad opera del maestro guarattellaro Bruno Leone la prima ‘Casa delle Guarattelle Nunzio Zampella‘ in vico Pazzariello 15 con una programmazione di spettacoli di guarattelle per tutto il mese di maggio con la presenza di grandi ospiti come Tonino Taiuti, Mimmo Cuticchio, Ibrahim Drabo o il maestro Romeo Barbaro.

Ancora musica con i giovani de LA DIGESTION – musica ascoltata raramente al Maschio Angioino con un festival su musica e medicina dal titolo Musica Sanae.

Quest’anno la Liberazione coincide con l’apertura del Maggio dei Monumenti. Il 25 aprile.
La Napoli antifascista_”Il diritto di parlare e il dovere di rispondere.”
In migliaia di copie sarà stampato e distribuito negli spazi della cultura del Comune e nelle librerie il Manifesto degli Intellettuali antifascisti redatto da Benedetto Croce e pubblicato il 1° maggio 1925. “(Con quel Manifesto )…Stava insomma, nascendo un nuovo Benedetto Croce, persino un nuovo filosofo che, per molti aspetti importanti, correggeva il vecchio”. Norberto Bobbio (Profilo ideologico del Novecento). Alle 10.00 dall’Assessore Daniele e da rappresentanti dell’Anpi e dell’Istituto Campano della Storia della Resistenza saranno deposti fasci di fiori presso le lapidi in onore di Giovanni Amendola, Matilde Serao e Roberto Bracco firmatari del Manifesto Antifascista e all’Istituto Croce. Dalle 10.15 il sindaco di Napoli Luigi de Magistris interverrà alla cerimonia di deposizione di corone, in onore dei Caduti al Mausoleo di Posillipo, poi al Monumento Salvo D’Acquisto. Dopo le celebrazioni istituzionali dalle 11.30, nella sala dei Baroni al Maschio Angioino, una staffetta di artisti, intellettuali e personalità del mondo della cultura racconterà il ‘proprio senso’ del 25 aprile con interventi musicali del duo Ebbanesis, Roberto Colella (La Maschera) e di Dario Sansone (Foja). Quest’anno i festeggiamenti del 25 aprile proseguiranno grazie all’attività del tavolo interistituzionale che si occupa delle celebrazioni promuovendo una serie di incontri con personalità cittadine che hanno giurato sulla Costituzione e che racconteranno il significato di questo giuramento, tra questi sono stati invitati ex Presidenti Emeriti e componenti della Corte Costituzionale, Magistrati, Alti Funzionari dello Stato ecc.

Tornando al tema specifico del Maggio si segnalano:
la mostra bibliografica e iconografica “Il diritto alla felicità. La stagione delle riforme” nel Regno di Napoli che inaugura il 1° maggio alla Biblioteca Nazionale; quella didattica e documentaria “Gaetano Filangieri. Lo Stato secondo ragione” nel Maschio Angioino a cura dell’Istituto italiano per gli studi filosofici che promuove tra l’altro anche lezioni e visite guidate sul tema nella sede dell’istituto in Palazzo Serra di Cassano; i percorsi tematici in Palazzo Zevallos Stigliano “Felicità ambita. Immagini pubbliche e private del Settecento napoletano” in collaborazione con l’Università degli studi di Napoli “L’Orientale”; il ciclo di lezioni su Gaetano Filangieri condotte dal prof. Gerardo Ruggiero a cura della Società Napoletana di Storia Patria; la minirassegna teatrale “I Colori della Felicità” con spettacoli tratti da classici della letteratura nel Chiostro del Convento di San Domenico Maggiore a cura dell’Associazione Culturale Il Pozzo e il Pendolo; i concerti di musica del Settecento “XXI Festival Pianistico; Il ‘700: il classicismo, la nascita delle forme e i suoi sviluppi” a cura dell’associazione Napolinova; la lettura teatralizzata “Voglio essere felice” a cura dell’Università degli Studi di Napoli Federico II; le lezioni nelle scuole “Felicità pubblica, felicità privata: un dibattito settecentesco” a cura dell’Istituto italiano per gli studi storici; il convegno all’Institut français Napoli “Alla ricerca della felicità”; gli incontri tra parole, musica e immagini “La felicità a Napoli: Goethe incontra Filangieri” con letture di Enzo Salomone a cura del Certamen Vichiano che si svolgeranno tra il Maschio Angioino e la Sala Ichos San Giovanni a Teduccio; lo spettacolo teatrale “Eleonora Pimentel Fonseca, con civica espansione di cuore” nell’ambito della rassegna Montedidio Racconta, scritto e diretto da Riccardo De Luca, con Annalisa Renzulli; gli appuntamenti al Museo di Capodimonte sull’”Itinerario alla scoperta della Felicità”; il convegno al Museo Filangieri dal titolo “Napoli capitale della cultura europea: la modernità del pensiero” su Filangieri e Della Porta a cura dell’Accademia Filangieri-Della Porta; i concerti del Concerto del Coro Universitario “Joseph Grima” “La ricerca della felicità è anche nella musica che parte da Napoli”.

Maggio è ormai un mese in cui l’offerta culturale e turistica raggiunge uno dei suoi punti più alti; ed è a maggio che si svolgono numerosi eventi molto importanti per la città, i cittadini e i turisti.
Per la prima volta approda a Napoli, nel weekend del 18 e 19 maggio, “OnDance – Accendiamo la Danza”, la grande festa della danza voluta e organizzata dalla star internazionale del balletto Roberto Bolle. Una due giorni di eventi gratuiti pensati e voluti per il capoluogo campano che sempre tanto affetto ha dimostrato all’Étoile. Open class, serate di danze sotto le stelle, incontri e show con ospiti di caratura internazionale per un appuntamento imperdibile per gli appassionati della danza, ma anche per curiosi e neofiti.
L’11 maggio al Maschio Angioino ci sarà il concerto “Suspiro” del trio Suonno D’Ajere, ensemble che nel nome, evoca il singolo omonimo realizzato da Pino Daniele nel disco d’esordio Terra mia (1977), composto da Irene Scarpato (canto), Marcello Smigliante Gentile (mandolino.mandola.mandoloncello) e Gian Marco Libeccio (chitarra classica). Sarà reinterpretata la canzone napoletana, quale ideale punto di connessione tra il classicismo mediterraneo e la ostinata ricerca di essere contemporanei, proponendo brani meno diffusi, se non inesplorati, con la volontà irremovibile di restituire dignità e spessore a questa tradizione, slegandola dall’immagine di vetrina e cercandone l’intimità e l’essenza contemporanea.
Dopo la musica il teatro d’eccellenza nel succorpo vanvitelliano della Real Casa Santa dell’Annunziata con la rassegna “Tutto il mondo è palcoscenico” dedicata all’arte e alla figura di William Shakespeare, per la direzione artistica di Gianmarco Cesario. Roberto Azzurro sarà di scena al Succorpo dell’Annunziata l’11 maggio con Scarrafunera e il 3 maggio aprirà, con La ballata del carcere di Reading, la tre giorni di teatro e musica a cura dell’Associazione Wunderkammer al Cimitero delle Fontanelle.

Nel Maggio trovano spazio ormai come da tradizione le bande dei corpi militari. Il 3 maggio all’Auditorium RAI si terrà lo “Spring concert”,a cura della Banda delle Forze Navali USA in Europa in collaborazione con il coro That’s Napoli Live Show; mentre il 6 nella Sala Scarlatti del Conservatorio di San Pietro a Majella ci sarà il concerto della Banda Musicale dell’Esercito.

Cuore della manifestazione primaverile, anche quest’anno, sono le numerose visite guidate che attraverseranno la città in lungo e largo alla scoperta e riscoperta della sua bellezza e dei suoi tesori. Un focus particolare sarà dedicato alla felicità, a Gaetano Filangieri, alla sua opera, ai suoi luoghi, alla sua storia e al Settecento. Sempre presente anche il programma di visite guidate condotte dalle scuole cittadine coordinate dalla storica Fondazione Napoli 99.

La città offre inoltre, in questo momento storico, le più belle mostre di sempre: al Pan gli ultimi giorni di “Escher”, “Muhammad Ali”, “L’Ironia del Sindaco artista. Disegni di Maurizio Valenzi” e la retrospettiva di Elio Washimps; nel Convento di San Domenico Maggiore “Transvantgarbage. Terre dei Fuochi e di Nessuno” mostra fotografica di Marisa Laurito; al Museo di Capodimonte “Caravaggio. Napoli”; al MANN “Canova e l’antico”; nella Basilica della Pietrasanta “Chagall. Sogno d’amore”; nella Cappella Palatina a Maschio Angioino “Crisi e Rinascita” di Marco Campanella; nella chiesa del Purgatorio ad Arco “Extases” di Ernest Pignon-Ernest; al Museo Filangieri “Un secolo di furore – I caravaggisti del Filangieri” tra le altre…

Ancora numerosi sono gli appuntamenti che la città e i suoi operatori culturali, a cui va il nostro ringraziamento, offrono per questo mese di arte e cultura. Solo per citarne alcuni ricordiamo il Maggio musicale, concerti di musica classica per la direzione artistica di Michele Campanella in Villa Pignatelli, THAT’S NAPOLI LIVE SHOW, il programma di concerti del Coro della città di Napoli, tutte le domeniche nella Chiesa di San Potito.

Il programma completo e aggiornato delle iniziative è disponibile on line sul sito del Comune www.comune.napoli.it.


Programmi

1. Il diritto alla felicità. Filangieri e il ‘700 dei Lumi (agg. al 26/04/2019) 

2. Visite guidate (agg. al 26/04/2019)

3. Maggio 2019 – Il Maggio luoghi della cultura  

4. Mostre d’arte 


Ernest Pignon-Ernest. Manifesto d’artista maggio dei monumenti 2019 (65.51 KB)

Dal centro di Napoli alla Reggia di Caserta vivendo l’esperienza di un viaggio su un treno d’epoca

Dal centro di Napoli alla Reggia di Caserta vivendo l’esperienza di un viaggio su  un treno d’epoca con carrozze “Centoporte” e “Corbellini”, carrozze degli anni ’30 e ’50. Partenza da Napoli Centrale e arrivo alla stazione di Caserta, proprio di fronte al viale di ingresso del monumento.

Calendario 2019

13 gennaio
10 febbraio
10 marzo
14 aprile
12 maggio
9 giugno
14 luglio
11 agosto
8 settembre
13 ottobre
10 novembre
8 dicembre

Tariffe e biglietti
Il titolo ti viaggio del “Reggia Express” prevede la corsa di andata e ritorno in treno storico:
Adulto, andata e ritorno € 8,00
Ragazzo, andata e ritorno € 4,00
La tariffa ragazzo è destinata ai viaggiatori tra 4 e 12 anni non compiuti. E’ prevista la gratuità per la fascia di età tra 0 e 4 anni non compiuti, accompagnati da almeno un adulto pagante e senza garanzia di posto a sedere. Per i viaggiatori che effettuano la sola corsa di andata o ritorno si applica lo sconto del 50% sulle tariffe indicate. Il titolo di viaggio non include l’ingresso alla Reggia di Caserta. Per conoscere le tariffe e per avere ulteriori informazioni sulle modalità di visita della Reggia di Caserta si può consultare il sito web.

Come acquistare i biglietti
E’ possibile acquistare i biglietti attraverso tutti i canali di vendita Trenitalia: sul sito www.trenitalia.com, presso le biglietterie e le self service in stazione, nelle agenzie di viaggio abilitate. Consulta la locandina con tutti i dettagli.

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Il napoletano: la lingua dell’amore che non sa dire Ti amo.

Una delle massime espressioni della cultura napoletana è certamente la canzone. La canzone napoletana ha nelle sue prerogative principali il lirismo, ossia l’espressione del sentimento amoroso. Eppure c’è un aspetto che spesso ci sfugge a cui non facciamo spesso caso, nella canzone classica napoletana nessuno dice “Ti Amo”.

Provate a pensarci, da Reginella a Te voglio bene assaje, da Caruso a Voce e’ notte, da Torna a Surriento a ‘O Surdat Nnammurato, nessuna contiene le parole “Ti Amo”.

Ma come, la canzone più romantica del mondo, quella degli amori forti, sofferti ed intensi non sa dire Ti Amo? E allora? Gli innamorati napoletani non possono esprimere i proprio sentimenti?

Un motivo c’è, in napoletano diciamo Te voglio bbene, che per noi è la stessa identica cosa.

Ciò non significa che volere bene ad un figlio, ad un amico, ad un gatto o alla propria compagna sono la stessa cosa. La parola è la stessa, ma è il sentimento cambia. L’amore, anzi l’ammore, che provo per un fratello non è meno intenso rispetto a quello che provo per una donna, è semplicemente diverso. Sono due cose impossibili da paragonare. Ti Voglio bene è una espressione di un altruismo straordinario, incarna, il vero senso dell’amare: la generosità. Ti voglio bene significa, voglio il tuo bene. Non riguarda me, ma te. Non importa come sto io, l’importante è che tu stia bene. In questo il napoletano è in buona compagnia, quasi tutte le lingue più parlate al mondo hanno una sola espressione per dire indistintamente ti amo e ti voglio bene. Due esempi su tutti il verbo inglese To Love, e lo spagnolo Querer.

Ma se la persona con cui abbiamo una relazione affettiva non riuscisse a cogliere il senso del nostro volerle bene? Anche per tali dubbi il napoletano ha la sua formula. Il verbo amare esiste nella nostra lingua, ma viene usato quasi sempre in forma riflessiva: Me song annammurato e te. Questa espressione rispetto al ti voglio bene, riguarda noi, il nostro intimo, innamorarsi, è una cosa che avviene dentro di noi. A nulla o a poco conta ciò che provano gli altri, ci si innamora e basta.

Per spiegare meglio questo concetto vi lasciamo ad una canzone napoletana, tra le più belle in assoluto, che se leggiamo attentamente, contiene entrambe le espressioni: Dicitencello vuje.

Dicitencello a ‘sta cumpagna vosta
ch’aggio perduto ‘o suonno e ‘a fantasia…
ch”a penzo sempe,
ch’è tutt”a vita mia…
I’ nce ‘o vvulesse dicere,
ma nun ce ‘o ssaccio dí…

Rit. ’A voglio bene…
‘A voglio bene assaje!
Dicitencello vuje
ca nun mm”a scordo maje.
E’ na passione,
cchiù forte ‘e na catena,
ca mme turmenta ll’anema…
e nun mme fa campá!…

Dicitencello ch’è na rosa ‘e maggio,
ch’è assaje cchiù bella ‘e na jurnata ‘e sole…
Da ‘a vocca soja,
cchiù fresca d”e vviole,
i’ giá vulesse sèntere
ch’è ‘nnammurata ‘e me!

Rit. ’A voglio bene…
‘A voglio bene assaje!
Dicitencello vuje
ca nun mm”a scordo maje.
E’ na passione,
cchiù forte ‘e na catena,
ca mme turmenta ll’anema…
e nun mme fa campá!…

Na lácrema lucente v’è caduta…
dicíteme nu poco: a che penzate?!
Cu st’uocchie doce,
vuje sola mme guardate…
Levámmoce ‘sta maschera,
dicimmo ‘a veritá…

Te voglio bene…
Te voglio bene assaje…
Si’ tu chesta catena
ca nun se spezza maje!
Suonno gentile,
suspiro mio carnale…
Te cerco comm’a ll’aria:
Te voglio pe’ campá!…

L’Isola di Procida

Lontanissima dalla mondanità di Capri e Ischia, profumata di limoni e spazzata dai venti, Procida sfugge ai radar del turismo di massa (agosto a parte) e conserva un’atmosfera rarefatta, autentica, quasi malinconica. È piccolissima (4 km² di terra), con un groviglio di case dai toni pastello, rosa, gialle, verde e azzurre, i suoi porticcioli con le barchette e le reti da pesca ammassate sui moli. Per le strade e nelle piazzette si respira appieno l’anima local, con i pescatori dai volti segnati dal sole che riposano all’ombra di qualche ombrellone, i ragazzini che si rincorrono tra i vicoli, i piccoli alberghi e i ristoranti che difficilmente deludono.

“Ma no, anche l’estate, invece, sarebbe tornata immancabilmente, uguale al solito. Non la si può uccidere, essa è un drago invulnerabile che sempre rinasce, con la sua fanciullezza meravigliosa. Ed era un’orrida gelosia che mi amareggiava, questa: di pensare all’isola di nuovo infuocata dall’estate, senza di me!”
(Elsa Morante, L’isola di Arturo)

Niente di meglio che esplorare questa isoletta con tutta calma. Partite da Marina Grande, dove i marinai vendono il pesce freschissimo direttamente dalle loro barche. Insinuatevi nei vicoli in salita fino a Terra Murata, il punto più alto dell’isola, con un paesaggio magnifico sul golfo, la chiesa di San Michele Arcangelo e il palazzo d’Avalosex carcere borbonico dismesso nel 1988 e oggi visitabile. Marina della Corricella è il piccolo borgo di pescatori teatro de Il Postino, ultimo capolavoro di Massimo Troisi (l’attore, oltre a interpretare il postino di Pablo Neruda, ne ha curato la regia insieme a Michael Radford, ricevendo cinque nomination agli Oscar 1996 – tra cui quella per miglior film – e conquistando una statuetta per la migliore colonna sonora drammatica). Andare alla ricerca delle scenografie della pellicola è uno degli sport preferiti dai turisti (soprattutto partenopei, che esaltano Troisi, a ragion veduta, tanto quanto Maradona). Il paese digrada con le sue casette colorate da piazza dei Martiri fino al porticciolo. Più a sud, la splendida spiaggia di Chiaia, insenatura semicircolare di sabbia fine. All’estremità ovest dell’isola c’è l’informale Marina di Chiaiolella, con i ristoranti vecchio stile e un porto su cui ormeggiano barche da diporto e i taxi d’acqua colorati che raggiungono spiagge bellissime. C’è ancora un’isola da visitare: Vivara, mezzaluna tutta verde, disabitata, collegata a Procida da un ponte pedonale. Miracolosamente immune alla cementificazione, è stata riconosciuta Riserva naturale statale.

L’Isola di Ischia

Anche Ischia, la più grande delle isole Flegree, ha conosciuto i fasti degli anni ’50: il regista Luchino Visconti provava un amore tanto profondo per l’isola da acquistare villa La Colombaia, ora purtroppo off limits; ma fu Angelo Rizzoli, editore e produttore cinematografico, con la realizzazione dell’albergo termale della Regina Isabella, ad attirare a Ischia un mucchio di celebrità, parliamo di nomi come Liz Taylor, Richard Burton, Maria Callas e William Holden. Oggi, se Capri è avvolta stretta stretta nel suo mantello aristocratico, Ischia se l’è fatto scivolare di dosso, pur rimanendo elegante, evergreen, salutare e ricercata. È un mosaico di ambienti tutti diversi: le scogliere a picco sul mare colore indaco, le spiagge appartate, la natura ancora incontaminata, con le matasse di buganvillee e il verde brillante della vegetazione tipica del Mediterraneo, le pittoresche cittadine. Sull’isolotto prospiciente Ischia Ponte, si erge con orgoglio il Castello aragonese: vecchio di 25 secoli, cela dietro le sue mura chiese, prigioni e giardini ed è la location dell’Ischia Film Festival di giugno. C’è Forio, il paese più ampio dell’isola, con i vicoli animati da botteghe artigiane e ristoranti, e gli imperdibili giardini La Mortella, incantevole e ricchissimo scrigno botanico nato dalla passione di Susana Gil (alias Lady Walton, moglie del compositore William Walton). E poi non potete perdere Sant’Angelo, il borgo chic di Ischia. Si trova all’estremità sud dell’isola ed è solo dopo una lunga e tortuosa discesa che vi si parerà davanti con tutto il suo fascino. Le case color pastello, il piccolo porto turistico, la piazzetta con le raffinate boutique e i ristoranti di livello la fanno assomigliare a Capri. Voi, però, spingetevi fino alla Madonnella, la zona più alta di Sant’Angelo, e da qui scendete fino alla spiaggia dei Maronti, una delle più belle dell’isola, chiusa al limite dalle fumarole (fenomeno di vulcanesimo che fa nascere nel mare bolle di gas a 100 °C e sprigiona dalla sabbia getti di vapore), che insieme alla baia di Sorgeto (a Panza, vicino a Forio) con le sue piscine termali naturali, sono le terme free di Ischia. Sì, lo zoccolo duro del turismo ischitano rimane il termalismo. Ci sono centri termali che hanno fatto la storia e che sono ancora sulla cresta dell’onda, grazie all’ambiente naturale in cui sono stati inseriti, sempre rigoglioso e curatissimo, e grazie, ovviamente, alle proprietà curative e benefiche delle acque: a Forio ci sono i Giardini Poseidon, con 20 piscine termali, a Lacco Ameno, nella baia di San Montano, c’è il Parco Termale di Negombo, a Barano d’Ischia il Parco Fonte delle Ninfe Nitrodi. E infine ci sono le passeggiate, più o meno impegnative, che contornano l’isola e regalano panorami magnifici. La più bella è quella che sale sulla cima del Monte Epomeo, la vetta più alta di Ischia. Il percorso si snoda su una strada panoramica ricca di vigneti, con vedute meravigliose sul Golfo di Napoli e sui vicini Campi Flegrei. Durante il tragitto fate sosta alla chiesa di San Nicola e all’eremo, scavati nel tufo.

L’Isola di Capri

La vellutata eleganza e l’appeal glamour di Capri sono un invito, nemmeno troppo velato, all’edonismo. Difficile non cedere alle lusinghe di un’isola così bella. E comunque i più scettici potrebbero venire ammaliati dal canto delle sirene. Un microcosmo in cui mare, vegetazione, arte e cultura sono in perfetto equilibrio. I dirupi, gli scorci magnifici da scoprire lungo i sentieri, un suolo fertile e vivace, con il verde della macchia, i colori caldi degli agrumeti, i banchi di brillanti buganvillee e poi le ville romane, tracce del passaggio di Ottaviano e del sadico Tiberio, che fece costruire dodici ville e scelse l’incantevole Villa Jovis come residenza. Ma Capri svolta nell’800, con la scoperta della scintillante Grotta Azzurra, un’antica cavità carsica che cela un ambiente spettacolare, quasi surreale, dove la luce che filtra colora tutto d’argento. La voce si sparge e l’isola diventa il faro di artisti, musicisti, scrittori, esteti come John Singer Sargent, Debussy, Thomas Mann, per dire. Più avanti, negli anni Cinquanta e Sessanta, mentre l’Italia intera si leccava ancora le ferite della seconda guerra mondiale, i primi sibariti iniziano ad affollare Capri e a dedicarsi a una vita fatta di lusso, ozio e piaceri, quel lifestyle che in Italia si chiama “dolce vita”. Il glitterato jet-set internazionale sbarca sull’isola: dive del cinema, armatori con mogli al seguito, star di Hollywood. Archivi su archivi di foto d’epoca immortalano Jacky Onassis, Brigitte Bardot, Rita Hayworth con il principe Ali Khan, Ingrid Bergman, Maria Callas e Pablo Neruda. In quel periodo l’economia locale fa passi da gigante: nascono alberghi, ristoranti, locali. E insieme cresce la creatività dei sarti dell’isola, come il maestro Emilio Pucci, e la moda caprese, con i pantaloni a metà polpaccio, i sandali e i gioielli, fa tendenza in tutto il mondo. Da allora, l’isola è avvolta da un fascino che non conosce tramonti.

“Una delle foto più belle e pubblicate di Jackie è quella di lei, a piedi scalzi, per le vie di Capri con una t-shirt e un paio di pantaloni bianchi. Nella sua assoluta semplicità, la quintessenza dell’eleganza.”
(Franca Sozzani)

Ma andiamo con ordine. Principale approdo dell’isola è Marina Grande, da cui partono le escursioni in barca che fanno il giro dell’isola o dirette alla Grotta Azzurra. Capri invece è la località più importante, pittoresca, con le case bianche in tufo coperte da terrazze fiorite, le barche e i mega yacht ancorati al porticciolo, i vicoli stretti stracolmi di boutique, locali e ristoranti esclusivi che hanno soppiantato le attività locali. Ma il fulcro della vita felice è l’iconica piazzetta, salotto buono nel cuore del villaggio, con la chiesa di Santo Stefano, il municipio e tanti eleganti caffè con i tavolini su strada su cui accomodarsi all’ora dell’aperitivo, quando la piazza si trasforma in passerella: è come assistere a una sfilata d’alta moda, con gente in abiti da sera, dal portamento impeccabile. Defilarsi dalla folla comunque è facile: prendendo via Vittorio Emanuele e poi via Camerelle (quella dei negozi griffati), si entra in via Tragara, una tranquilla passeggiata che conduce al belvedere omonimo. Da qui, andando verso est, si snoda un percorso piuttosto impegnativo, su salite e gradinate, che porta alla modernista Villa Malaparte e all’Arco naturale. Oppure, dalla piazzetta, seguendo sempre via Vittorio Emanuele, via Serena e poi via Matteotti, si raggiungono i giardini di Augusto, nei pressi della certosa di San Giacomo, stracolmi di fiori e terrazze dove fermarsi ad ammirare il panorama sui Faraglioni, i tre pinnacoli di roccia che si ergono imponenti nel mare a guardia dell’isola. Da qui, si può scendere sulla sinuosa via Krupp fino a Marina Piccola, piccolo angolo di pace, con una bella baia riparata dal vento. La parte ovest dell’isola è occupata dal promontorio di Anacapri, controparte sobria della sontuosa Capri, ma lo stesso molto frequentata, è un luogo in cui passeggiare con calma tra le strade colorate di gerani. E quando volete tornare a fare i vip, vi basta percorrere gli 881 gradini della Scala Fenicia che conducono direttamente a Capri.

“A Capri incroci un sacco di gente che magari non è famosa, ma lo sembra.”
(Diego De Silva)

Isole del Golfo di Napoli: cosa vedere a Ischia, Capri, Procida.

Grotte, baie, insenature, scorci mozzafiato, buon cibo e un clima meraviglioso. Da Napoli o da Sorrento, da Amalfi o Positano, chi guarda l’orizzonte può scorgere in lontananza un triangolo scaleno di sagome rocciose che emergono dal mare. È il primo incontro con le gemme del Golfo di Napoli: Capri, la mondana, Ischia, l’isola del benessere, e Procida, la conservatrice.

CapriIschia e Procida si lasciano alle spalle l’istrionica Napoli, con i suoi trambusti e le sue contraddizioni, crogiolandosi nella loro sconvolgente bellezza. Sparpagliate su un mare di un blu saturo, hanno stretto un patto eterno con il sole e il clima mite, linfa vitale per la natura rigogliosa che le adorna tutto l’anno. Eppure le tre isole incantatrici del Golfo di Napoli hanno aspetti e caratteri tutt’altro che omogenei. Capri dalle forme aguzze, elitaria, salotto dell’effimero. Ischia, grande, caleidoscopica e verdissima, dai profili smussati, fa tesoro delle sue acque sulfuree. Infine Procida, piccolissima, semplice, colorata e autentica. Pasti luculliani, spiagge dorate e nere, trattamenti wellness, passeggiate e trekking, romanticissimi tramonti: what else?

“Ah, Napoli non è niente senza le sue isole: Capri, certo, Ischia e anche Procida.”
(Tahar Ben Jelloun)