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L’Isola di Capri

La vellutata eleganza e l’appeal glamour di Capri sono un invito, nemmeno troppo velato, all’edonismo. Difficile non cedere alle lusinghe di un’isola così bella. E comunque i più scettici potrebbero venire ammaliati dal canto delle sirene. Un microcosmo in cui mare, vegetazione, arte e cultura sono in perfetto equilibrio. I dirupi, gli scorci magnifici da scoprire lungo i sentieri, un suolo fertile e vivace, con il verde della macchia, i colori caldi degli agrumeti, i banchi di brillanti buganvillee e poi le ville romane, tracce del passaggio di Ottaviano e del sadico Tiberio, che fece costruire dodici ville e scelse l’incantevole Villa Jovis come residenza. Ma Capri svolta nell’800, con la scoperta della scintillante Grotta Azzurra, un’antica cavità carsica che cela un ambiente spettacolare, quasi surreale, dove la luce che filtra colora tutto d’argento. La voce si sparge e l’isola diventa il faro di artisti, musicisti, scrittori, esteti come John Singer Sargent, Debussy, Thomas Mann, per dire. Più avanti, negli anni Cinquanta e Sessanta, mentre l’Italia intera si leccava ancora le ferite della seconda guerra mondiale, i primi sibariti iniziano ad affollare Capri e a dedicarsi a una vita fatta di lusso, ozio e piaceri, quel lifestyle che in Italia si chiama “dolce vita”. Il glitterato jet-set internazionale sbarca sull’isola: dive del cinema, armatori con mogli al seguito, star di Hollywood. Archivi su archivi di foto d’epoca immortalano Jacky Onassis, Brigitte Bardot, Rita Hayworth con il principe Ali Khan, Ingrid Bergman, Maria Callas e Pablo Neruda. In quel periodo l’economia locale fa passi da gigante: nascono alberghi, ristoranti, locali. E insieme cresce la creatività dei sarti dell’isola, come il maestro Emilio Pucci, e la moda caprese, con i pantaloni a metà polpaccio, i sandali e i gioielli, fa tendenza in tutto il mondo. Da allora, l’isola è avvolta da un fascino che non conosce tramonti.

“Una delle foto più belle e pubblicate di Jackie è quella di lei, a piedi scalzi, per le vie di Capri con una t-shirt e un paio di pantaloni bianchi. Nella sua assoluta semplicità, la quintessenza dell’eleganza.”
(Franca Sozzani)

Ma andiamo con ordine. Principale approdo dell’isola è Marina Grande, da cui partono le escursioni in barca che fanno il giro dell’isola o dirette alla Grotta Azzurra. Capri invece è la località più importante, pittoresca, con le case bianche in tufo coperte da terrazze fiorite, le barche e i mega yacht ancorati al porticciolo, i vicoli stretti stracolmi di boutique, locali e ristoranti esclusivi che hanno soppiantato le attività locali. Ma il fulcro della vita felice è l’iconica piazzetta, salotto buono nel cuore del villaggio, con la chiesa di Santo Stefano, il municipio e tanti eleganti caffè con i tavolini su strada su cui accomodarsi all’ora dell’aperitivo, quando la piazza si trasforma in passerella: è come assistere a una sfilata d’alta moda, con gente in abiti da sera, dal portamento impeccabile. Defilarsi dalla folla comunque è facile: prendendo via Vittorio Emanuele e poi via Camerelle (quella dei negozi griffati), si entra in via Tragara, una tranquilla passeggiata che conduce al belvedere omonimo. Da qui, andando verso est, si snoda un percorso piuttosto impegnativo, su salite e gradinate, che porta alla modernista Villa Malaparte e all’Arco naturale. Oppure, dalla piazzetta, seguendo sempre via Vittorio Emanuele, via Serena e poi via Matteotti, si raggiungono i giardini di Augusto, nei pressi della certosa di San Giacomo, stracolmi di fiori e terrazze dove fermarsi ad ammirare il panorama sui Faraglioni, i tre pinnacoli di roccia che si ergono imponenti nel mare a guardia dell’isola. Da qui, si può scendere sulla sinuosa via Krupp fino a Marina Piccola, piccolo angolo di pace, con una bella baia riparata dal vento. La parte ovest dell’isola è occupata dal promontorio di Anacapri, controparte sobria della sontuosa Capri, ma lo stesso molto frequentata, è un luogo in cui passeggiare con calma tra le strade colorate di gerani. E quando volete tornare a fare i vip, vi basta percorrere gli 881 gradini della Scala Fenicia che conducono direttamente a Capri.

“A Capri incroci un sacco di gente che magari non è famosa, ma lo sembra.”
(Diego De Silva)

Isole del Golfo di Napoli: cosa vedere a Ischia, Capri, Procida.

Grotte, baie, insenature, scorci mozzafiato, buon cibo e un clima meraviglioso. Da Napoli o da Sorrento, da Amalfi o Positano, chi guarda l’orizzonte può scorgere in lontananza un triangolo scaleno di sagome rocciose che emergono dal mare. È il primo incontro con le gemme del Golfo di Napoli: Capri, la mondana, Ischia, l’isola del benessere, e Procida, la conservatrice.

CapriIschia e Procida si lasciano alle spalle l’istrionica Napoli, con i suoi trambusti e le sue contraddizioni, crogiolandosi nella loro sconvolgente bellezza. Sparpagliate su un mare di un blu saturo, hanno stretto un patto eterno con il sole e il clima mite, linfa vitale per la natura rigogliosa che le adorna tutto l’anno. Eppure le tre isole incantatrici del Golfo di Napoli hanno aspetti e caratteri tutt’altro che omogenei. Capri dalle forme aguzze, elitaria, salotto dell’effimero. Ischia, grande, caleidoscopica e verdissima, dai profili smussati, fa tesoro delle sue acque sulfuree. Infine Procida, piccolissima, semplice, colorata e autentica. Pasti luculliani, spiagge dorate e nere, trattamenti wellness, passeggiate e trekking, romanticissimi tramonti: what else?

“Ah, Napoli non è niente senza le sue isole: Capri, certo, Ischia e anche Procida.”
(Tahar Ben Jelloun)

LE MIGLIORI CITAZIONI SU NAPOLI

Ci piace descrivere Napoli come il caos incarnato. Ha una vita propria, che sembra dirigersi in tutte le direzioni contemporaneamente, ma poi si riunisce in una sorta di armonia intoccabile che dà energia alla tua anima. E poiché ci piacerebbe farti sapere di più sulla città, abbiamo raccolto insieme le nostre citazioni preferite sul Napoli.

All’ombra del Monte. Il Vesuvio, Napoli ha ispirato scrittori e artisti per secoli.

Per riconoscere questa città unica, ecco le migliori citazioni su Napoli:

Roma è maestosa e imponente, Firenze è tutta bellezza e incanto, Genova è pittoresca, Venezia è una città da sogno, ma Napoli è semplicemente – affascinante.
– Lilian Whiting

Napoli è stranamente caotica e, se sono onesto, un po’ fatiscente. Ha certamente un aspetto “vissuto”. È viva, è vibrante, è un po’ sporca, è affollata e l’ho adorata.
– Paul Hollywood

Della posizione della città e delle sue meraviglie tanto spesso descritte e decantate, non farò motto. Come si dice qui, “Vedi Napoli e poi muori!”. Non si può biasimare il napoletano per non voler mai lasciare la sua città, né i suoi poeti che cantano le sue lodi in alte iperboli: sarebbe meraviglioso anche se qualche altro Vesuvio dovesse sorgere nel vicinato. 
– Johann Wolfgang von Goethe

Eccoci finalmente. Il proverbio italiano dice “Vedi Napoli e muori” ma io dico, vedi Napoli e vivi; perché sembra molto che valga la pena vivere. 
– Arthur John Strutt

Napoli è il fiore del paradiso. L’ultima avventura della mia vita.
– Alexandre Dumas

Ho un concetto di Napoli che non è tanto una città in sé, ma piuttosto un ingrediente dello spirito umano che io riconosco in tutti, napoletano o no. L’idea che il “napoletanismo” e l’ignoranza di massa siano in qualche modo legati indissolubilmente è qualcosa che sono pronto a combattere con tutta la forza che ho. Semplicemente, mi rifiuto di credere che le condizioni di vita di una popolazione possano essere migliorate solo a costo di annientare ogni cosa umana nel loro modo di vivere. In effetti, a volte penso addirittura che Napoli possa essere ancora l’ultima speranza che resta alla razza umana.
– Luciano De Crescenzo

Io esisto solo perché dentro di me sono rimasta soprattutto e soltanto napoletana. Napoli esiste dentro di me, e sempre lo farà. Fortunatamente per me c’è questo tesoro che ho dentro di me e, quando ne ho bisogno, poi lo tiro fuori.
– Sophia Loren

…la città di Napoli era così: meravigliosa da lontano, ma vista da vicino era frammentaria, indefinibile e ruvida…
– Franco Di Mare

Chiave di volta di un arco di azzurro, Napoli s’adagia sul mare, | Incoronata da compiacenti nazioni regina d’allegria senza pari: | Ride dell’ira dell’oceano, schernisce la furia del Vesuvio, | Disprezza malattia, e miseria, e fame, quelle che affollano le sue strade assolate. 
– Martin Farquhar Tupper

Chi non ama Napoli, deve ancora imparare come amare la vita.
– Anonimo

Napoli è un paradiso: tutti vivono in una specie di ebbrezza e di oblio di se stessi. A me accade lo stesso. Non mi riconosco quasi più, mi sembra di essere un altro uomo. Ieri mi dicevo: o sei stato folle fin qui, o lo sei adesso.
– Johann Wolfgang von Goethe

Ci sono altre citazioni su Napoli che ami?

17 GENNAIO, LA NOTTE DELLA TRADIZIONE: “‘O FUCARAZZO ‘E SANT’ANTUONO”

Una tradizione secolare che si ripete ogni anno e che vede la costruzione del grandissimo falò conclude i festeggiamenti del Santo con la sua accensione la sera del 17 gennaio, un misto di religiosità, folklore, tradizioni e partecipazione.

L’iconografia di S. Antonio Abate lo raffigura vicino ad un fuoco, bastone col campanello e circondato da animali; tra questi l’immancabile maiale che simboleggia il male, che, sconfitto dal Santo, fu condannato da Dio a seguirlo sotto spoglie suine.

Dal momento che il maiale è sempre con lui la sagacia popolare ha coniato un detto: Sant’Antuono s’annammuraie d’o puorco, volendo indicare la sorta d’attrazione esercitata dal male e dal brutto sul buono e bello.

La tradizione probabilmente invece è nata dal fatto che l’ordine dei Monaci Antoniani allevavano maiali da cui ricavavano il grasso che serviva come unguento per curare le lesioni dell’Herpes zooster, la dolorosa afflizione virale detta ‘o fuoco ‘e Sant’Antuono.

Così ogni anno, il 17 gennaio, si festeggia la ricorrenza del Santo con l’accensione d’o fucarazzo, un’abbondante fiammata di fascine, ramoscelli e roba vecchia. In uno spiazzo si appronta la catasta da bruciare con un’apertura alla base, perché il fuoco viene acceso in basso.

La festa cade all’inizio dell’anno: così quando si dice Sant’Antuono n’ora bbona s’intende che il giorno guadagna un’ora di luce.

Il rituale del fuoco diviene elemento apotropaico ovvero propiziatorio e allontana il male, è il passaggio dall’inverno alla primavera.

Se il falò è stato preparato a regola d’arte ecco che subito si leva ‘a vampata. Purificatrice. Taumaturgica. Fecondatrice. Capace di scacciare il male con la roba vecchia facendo spazio al nuovo. Il mucchio si consuma lentamente trasformandosi in brace, poi in cenere; anticamente se ne raccoglieva un po’ per portarla in casa: preservava dal male.

Tutti coloro che hanno a che fare con il fuoco sono sotto la protezione di Sant’Antonio, che è anche il protettore degli animali domestici, difatti, il 17 gennaio tradizionalmente la Chiesa benedice gli animali e le stalle. In questo giorno viene inoltre celebrata la Giornata Cittadina del Pizzaiolo Napoletano, in onore del Santo Protettore.

La festa del fuoco si celebra in diversi luoghi del Paese, da Nord a Sud; racconta l’identità culturale di territori contadini, di radici che affondano in tempi antichissimi, tanto antichi che esiste il detto; s’arricorda ‘o cippo ‘e Sant’Antuono quando ci si riferisce a qualcosa di estremamente datato.

Un evento unico e carico di simboli che si muovono tra sacro e profano.

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Robert Mapplethorpe, Coreografia per una mostra

A cura di Laura Valente, Andrea Viliani

15.12.2018 — 08.04.2019

Terzo piano

Al Madre la retrospettiva Robert Mapplethorpe. Coreografia per una mostra / Choreography for an Exhibition, a cura di Laura Valente e Andrea Viliani, dedicata a uno dei più grandi fotografi del XX secolo.

Coreografia per una mostra / Choreography for an Exhibition si concentra in modo inedito sull’intima matrice performativa della pratica fotografica di Mapplethorpe, sviluppata, nel concetto e nella struttura di questa mostra, come un possibile confronto fra l’azione del “fotografare” in studio (nell’implicazione autore / soggetto / spettatore) e del “performare” sulla scena (nell’analoga implicazione performer / coreografo / pubblico).

Questa “coreografia” espositiva si articola in tre sezioni fra loro connesse. All’inizio un’Ouverture, nella sala d’ingresso e nelle due sale attigue, che ridisegnano lo spazio-tempo del museo infondendogli un’ispirazione teatrale, tesa nel gioco di sguardi fra le due “muse” mapplethorpiane, femminile e maschile, Patti Smith e Samuel Wagstaff Jr.

A seguire, nelle cinque sale iniziali e nelle sei sale finali (prima sezione), il pubblico è introdotto direttamente sul palcoscenico di questo “allestimento per immagini” – fra ballerini, atleti, body-builders, modelle e modelli – esplorando la performatività del soggetto fotografato, che Mapplethorpe riprendeva con un’accurata preparazione nel suo studio.

Le due sale che precedono e seguono la sala centrale (seconda sezione) portano il pubblico in una potenziale platea, analizzando il ruolo del visitatore e il suo desiderio ritrovato nello sguardo di decine di ritratti che, nel loro complesso, non solo ci restituiscono uno straordinario diario personale della vita, degli affetti, amicizie, incontri, collaborazioni e commissioni dell’artista, ma al contempo ricostruiscono, fra dimensione privata e sfera pubblica, un affresco collettivo della società newyorkese e del jet-set internazionale fra gli anni Settanta e Ottanta del XX secolo. Tra i volti di questa platea “viva”: John Mc Kendry (1975); Arnold Schwarzenegger, Philip Glass con Robert Wilson e David Hockney con Henry Geldzalher (1976); Deborah Harry (1978); Carolina Herrera (1979); Francesca Thyssen (1981); Louise Bourgeois e il gallerista della Pop Art Leo Castelli (1982); Doris Saatchi, Andy Warhol, Francesco Clemente e Lucio Amelio (1983); Susan Sontag (1984); Norman Mailer (1985), Louise Nevelson (1986), Laurie Anderson (1987); oltre alle immagini di ballerini e coreografi come Lucinda Childs, Gregory Hines, Bill T. Jones, Molissa Fenley e i danzatori dell’NYC Ballet.

La sala centrale (terza sezione) – dominata da un tappeto rosso per danzatori e da una sequenza di autoritratti di Mapplethorpe – si trasforma in un vero e proprio teatro tridimensionale, in cui, congiungendo fra loro tutti i temi della mostra, la performatività diviene coreografia contemporanea e attuale, con al centro lo stesso artista.

Integrano questa sezione, come due spazi di retro-scena, due sale attigue alla sala centrale: l’(Un)Dressing Room, un vero camerino allestito, dove i performer si scaldano prima dell’esibizione, che ospita alcune immagini che ci introducono nella dinamica dello studio dell’artista, e la X(Dark) Room (vietata ai minori), in cui sono esposte le opere più “segrete ed estreme” a soggetto erotico, fra cui una selezione del famoso Portfolio X.

I vari soggetti di Mapplethorpe, anche i più controversi come le immagini S&M del Portfolio X, sono protagonisti di una messa in scena che rivela continui e sofisticati richiami alla storia dell’arte, in cui evocano archetipi e soggetti universali. Le riprese fotografiche avvenivano, del resto, prevalentemente nell’intimità dello studio di Mapplethorpe, dove l’artista predisponeva accuratamente sfondi ed elementi scenografici, insieme a un rigoroso disegno luci, per astrarre in un “tempo senza tempo” il soggetto fotografato.

Capodanno a Napoli

Migliaia in strada per Capodanno a Napoli. Gremita piazza Plebiscito per il brindisi al 2019. Dopo la mezzanotte la folla si è gradualmente spostata sul lungomare per assistere ai fuochi d’artificio e ballare nelle discoteche all’aperto.

Mostra sul Futurismo al Maschio Angioino

Sessantaquattro capolavori del Futurismo, avanguardia artistica nata in Italia nella prima metà del Novecento, sono in mostra dal 19 ottobre al 17 febbraio presso la Cappella Palatina del Maschio Angioino a Napoli.

L’evento è l’occasione per amanti dell’arte e non di ammirare le straordinarie opere di Boccioni, Carrà, Balla, Severini e di tanti altri artisti appartenenti a questa corrente che, col loro genio, hanno dato vita alla prima e più importante avanguardia del continente europeo.

Tutte le opere ospitate all’interno dalla mostra dal titolo “Il Futurismo anni ’10 – anni ‘20” sono state portate nel Capoluogo Campano in via eccezionale dalle principali collettive italiane dedicate al movimento futurista: il visitatore potrà così ripercorrere i temi principali che hanno ispirato gli esponenti di questa innovativa avanguardia, come ad esempio lo sviluppo tecnologico.

L’esposizione è aperta dal lunedì al sabato dalle 10 alle 19 mentre la domenica e festivi dalle 10 alle 14.

Il costo del biglietto è di 10 € (8 € ridotto) dal lunedì al sabato, 8 € (6 € ridotto) la domenica, in quanto nei festivi non sarà possibile accedere al resto del complesso del Maschio Angioino.

Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Comune di Napoli a questo link.

Trasporti: gli orari di metro, bus e funicolari per Natale e Capodanno.

Anm ha reso noto il programma degli orari di metro, bus e funicolari di Napoli per i giorni 24-25-31 dicembre 2018 e 1 gennaio 2019: 

– LUNEDI 24 DICEMBRE 2018

METRO LINEA 1: effettua ultima corsa da Piscinola alle ore 19:26 e da Garibaldi alle ore 19:57

FUNICOLARI CENTRALE, CHIAIA, MONTESANTO, MERGELLINA: ultime corse ore 19:40 

LINEE BUS:  il servizio viene sospeso alle ore 20.00 (ultime corse da capolinea fino alle ore 19:00). 

ALIBUS: ultima partenza da Aeroporto vs Porto di Napoli alle ore 19.25 e viceversa alle 19.15

LINEE BUS NOTTURNE: il servizio è sospeso

PARCHEGGI: chiudono alle ore 20:30                                                                                         

ASCENSORI CHIAIA – VENTAGLIERI – SANITA’ – ACTON: aperti dalle ore 8:00 alle ore 14:30

– MARTEDI 25 DICEMBRE 2018

METRO LINEA 1: il servizio è sospeso dalle ore 13.30 

Ultima partenza da Piscinola al mattino alle ore 12.30 e da Garibaldi alle ore 13.00.  La circolazione dei treni riprende nel pomeriggio con prima corsa da Piscinola alle ore 16.51 e da Garibaldi alle ore 17.31. L’ultima corsa da Piscinola è alle ore 22.30 e da Garibaldi alle ore 23.02

FUNICOLARE CHIAIA E CENTRALE: ultima corsa alle ore 13:00. Il servizio riprende con la prima corsa delle ore 16:30 

FUNICOLARI MERGELLINA E MONTESANTO: interrompono il servizio con ultima corsa alle ore 13.00. 

LINEE BUS: il servizio è sospeso dalle ore 13:30 (ultime partenze fino alle ore 12:30) alle ore 16:00 circa. La circolazione riprende alle ore 16:00 solo sulle seguenti linee con orario ridotto: Alibus -116 – 128 – 139 – 140 – 143 – 144 – 147 – 150 – 151 – 154 – 158 – 162 – 165 – 168  – 173 – 175 – 178 – 181 – 182 – 184 – 185 – 195 – 196 – 201 – 254 (ESERCITA CON BUS) – 502 – 532 – 507-  601 – 604 –  618 – C12 – C16 – C21 – C31 – C33  – C44 – C63 – C67 – C91  – R2 – R5 – R6  – V1 

Non sono previsti i servizi notturni  

PARCHEGGI DI INTESCAMBIO ANM: aperti con una breve pausa di chiusura dalle ore 13.30 alle ore 16.30 

ASCENSORI CHAIA – SANITA’ – ACTON: aperti dalle ore 7:00 alle ore 13:30 VENTAGLIERI (chiuso)

Seconde uscite della Linea 1 metropolitana: Rione Alto, Montedonzelli via Dell’Erba e Montecalvario restano chiuse al pubblico dal 21 dicembre 2018 al 7 gennaio 2019

– LUNEDI 31 DICEMBRE 2018

METRO LINEA 1: servizio no stop fino alle ore 13:00 del 1° Gennaio 2019

FUNICOLARI CHIAIA E CENTRALE: servizio no stop fino alle ore 13:00 del 1° Gennaio 2019

FUNICOLARE MERGELLINA E MONTESANTO: ultima corsa ore 19:40 

BUS: il servizio è sospeso dalle ore 20.00 (ultime corse da capolinea alle ore 19:00).

LINEE BUS NOTTURNE: il servizio è sospeso

ALIBUS: ultima partenza da Aeroporto vs Porto di Napoli alle ore 19.25 e viceversa alle ore 19.15

PARCHEGGI INTERSCAMBIO: servizio no-stop CHIAIANO, FRULLONE, BRIN, MANCINI, SPALTI del Maschio Angioino

ASCENSORI CHAIA – VENTAGLIERI – SANITA’ – ACTON: aperti dalle ore 8:00 alle ore 14:30

– MARTEDI 01 GENNAIO 2019

METRO LINEA 1 interrompe le corse alle ore 13.30. Ultima partenza da Piscinola al mattino è alle ore 12.30 e da Garibaldi alle ore 13.00.  La circolazione dei treni riprende nel pomeriggio con prima corsa da Piscinola alle ore 16.51 e da Garibaldi alle ore 17.31. L’ultima corsa da Piscinola è alle ore 22.30 e da Garibaldi alle ore 23.02

FUNICOLARE CHIAIA E CENTRALE: ultima corsa alle ore 13:00. Il servizio riprende con prima corsa delle ore 16:30 e ultima corsa alle ore 23.30  

FUNICOLARI MERGELLINA E MONTESANTO: ultima corsa alle ore 13.00 

BUS: la circolazione dei bus termina alle ore 13.30 (ultime partenze previste entro le ore 12.30). Il servizio su gomma riprende alle ore 16:00  solo sulle seguenti linee con orario ridotto: Alibus -116 – 128 – 139 – 140 – 143 – 144 – 147 – 150 – 151 – 154 – 158 – 162  – 165 – 168  – 173 – 175 – 178 – 181 – 182 – 184 – 185 – 195 – 196 – 201 – 254 (ESERCITA CON BUS) – 502 – 532 – 507-  601 – 604 –  618 – C12 – C16 – C21 – C31 – C33  – C44 – C63 – C67 – C91  – R2 – R5 – R6  – V1 

LINEE BUS NOTTURNE: il servizio è sospeso

ALIBUS: ultima partenza da Aeroporto vs Porto di Napoli alle ore 13.00 e viceversa alle ore 12.40. Il servizio riprende con prima corsa da Aeroporto alle ore 15.45 e da Porto alle ore 16.10

PARCHEGGI: interrompono il servizio alle ore 13.30 e riprendono alle ore 16.30 

ASCENSORI: dalle ore 7.00 alle ore 13.30 (Escluso Ventaglieri)

SECONDE USCITE LINEA 1 METRO: Rione Alto, Montedonzelli via Dell’Erba e Montecalvario restano chiuse al pubblico dal 21 dicembre 2018 al 7 gennaio 2019.